I pazienti raccontano


Bruna, frattura di omero con lesione del nervo radiale

Bruna, frattura di omero con lesione del nervo radiale

In seguito ad una banale caduta nel maggio 2012,che mi ha provocato una frattura scomposta dell'omero destro, ho subito una rilevante lesione al nervo radiale della mano destra con conseguente paralisi di tutti i muscoli estensori del polso e delle dita.
Operata al braccio con l'immissione di un chiodo intramidollare per unire i due monconi fratturati dell'omero, per il nervo radiale i chirurghi mi dissero che nulla si poteva fare se non attendere qualche mese per poi intervenire per il trasferimento di due muscoli; soluzione palliativa che comunque non garantiva una sia pur moderata riattivazione delle dita e del polso.
L'intervento veniva programmato.
 
Nel frattempo, a inizio ottobre 2012, sempre dietro consiglio del chirurgo,contattavo la Ft.Claudia Viganoni, specialista in riabilitazione della mano, per tenere quantomeno in esercizio forzato i muscoli e preparare il braccio all'intervento.
 
E' stata la mossa vincente e risolutiva! Claudia,mi si permetta di ricambiare la spontaneità amichevole che Lei infonde ai pazienti, con i tutori costruiti con estrema maestria e in modo personalizzato e con le sue terapie mirate è riuscita non solo a scongiurare l'intervento palliativo ma sopratutto a farmi riprendere i movimenti spontanei del polso e della mano destra e a farmi riconquistare così l'autonomia e l'indipendenza.
 
Grazie a Claudia, grazie al suo acume nell'affrontare i problemi, grazie alla Sua grande professionalità!


Daniele, frattura terzo metacarpo

Daniele, frattura terzo metacarpo

Ciao a tutti, mi chiamo Daniele e voglio raccontare quanto mi è capitato il 31 maggio 2012.
Da tre anni sono in pensione per cui  riempio le mie giornate praticando  dello sport come ad esempio il ciclismo.
Mentre cercavo di riempire quel 31 maggio 2012 grazie ad una mia disattenzione sono andato ad urtare con la ruota anteriore della mia bicicletta la ruota posteriore della bicicletta del mio compagno di pedalate provocando così  la mia caduta e purtoppo la frattura del III metacarpo della mano sinistra.
  Fortunatamente quel giorno il pronto soccorso del Policlinico  di San Donato non era affollato come in altre occasioni; alle 11,30 sono stato dimesso  con il seguente referto:
“Frattura pluridirezionale obliqua della diafisi del III° metacarpo della mano sinistra, conservati i rapporti articolari . Si confeziona apparecchio gessato in attesa di intervento chirurgico. Si programma pertanto intervento chirurgico di riduzione e sintesi con fili di K”.
L’intervento fu programmato per mercoledì 6 giugno 2012.
Ero disteso sul lettino quando si avvicinò il Dott. Valtorta (Igor Valtorta  dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica del Policlinico San Donato) informandomi sulla tecnica utilizzata per l’intervento alla mia mano.  
Il giorno 7 giugno 2012 fui dimesso dall’ospedale.
Sistematicamente mi recavo dal Dott Valtorta per le visite di controllo dalle quali emergeva che la frattura era in continua “fase di consolidazione” e che pertanto potevo dare inizio alla fase di rieducazione motoria.
 Su indicazione dello stesso Dr. Valtorta la fase di rieducazione l’ho svolta a Milano presso il Centro di Riabilitazione Specialistica della mano  – FISIOMANO –
La prima seduta fu programmata per il il giorno 25 giugno 2012  sebbene non avessi ancora tolto i fili di  kirschner.
Dalla continua e programmata rieducazione ho avuto efficaci miglioramenti per quanto fino ad oggi  svolto  grazie al rapporto estremamente cordiale e soprattutto professionale intrapreso con le fisioterapiste che operano nel Centro.
Pertanto,  avvalendomi di questa opportunità colgo l’occasione per ringraziarle  permettendomi di  citarle solo con i loro rispettivi nomi: Cristina (che mi ha seguito nella  fase rieducativa), Giada e Claudia.


Andrea, lesione della fibrocartilagine triangolare

Andrea, lesione della fibrocartilagine triangolare

Un brutto incidente in scooter mi provoca una altrettanto brutta lesione al polso, difficilmente individuata durante le prime visite, ma purtroppo molto dolorosa... Fortunatamente fisso una visita specialistica con il Dott. Andrea Atzei, che velocemente organizza l'intervento in artroscopia e il successivo programma di riabilitazione con la Dott.ssa Erica Semplici di Fisiomano.
>>
>> Tra l'incidente e l'immobilizzazione post-operatoria quasi dimentico certi movimenti (anche banali:  alzarmi da una sedia appoggiandomi sulle mani, impugnare qualcosa... o semplicemente grattarmi il collo!).
>> Con impegno e passione, Erica imposta un programma di esercizi da eseguire in modo costante (molti dei quali quotidianamente a domicilio) e durante le settimane mi segue con professionalità, trasmettendomi fiducia nel pieno recupero... anche nei giorni più difficili, per me c'è sempre un "Bravo!". E piano piano grazie a lei ricordo come ci si gratta la spalla dopo un pizzicore improvviso...!
>>
>> Dopo quattro mesi di lavoro con Erica, ora ho recuperato forza e movimenti (ogni tanto, anche adesso, continuo ad esercitare il polso, in attesa dell'ultima visita di controllo a 8-10 mesi dall'intervento) e la vita è ripresa praticamente senza limitazioni.
>> Erica in questi mesi è sempre rimasta allineata con il Dott. Atzei: è stato un onore vedere una tale sinergia fra le due componenti chirurgica e fisioterapica e "lavorare" da paziente con due professionisti così eccellenti!


Ulrike, algoneurodistrofia

Ulrike, algoneurodistrofia

Circa 4 mesi fa ho subito un intervento chirurgico al braccio vicino al polso. La guarigione   procedeva  regolarmente tranne che per la mano e le dita che rimanevano sempre gonfie e calde. Dopo sei settimane dall’intervento mi hanno diagnosticato il morbo di Dupuytren nel palmo della mano che coinvolgeva anche il dito mignolo e l’anulare che si erano raccorciati e curvati. Il centro di fisioterapia a cui mi ero rivolto ha intensificato gli esercizi che mi hanno causato un bel po’ di dolori e dopo altre due settimane  la mano invece di guarire è peggiorata sempre di più. Era di colore rosso scuro, sempre calda e sudata e i dolori  si erano  estesi a tutte le dita e a tutto il palmo, fino alla cicatrice sull’avambraccio. Come mi è stato detto poi, si stava profilando un’algoneurodistrofia che andava assolutamente curata sul nascere.
Impaurita, ho contattato Erica che conoscevo personalmente e dopo pochi giorni sono andata da lei  facendo 1300 km dalla Germania a Grosseto.  
Meno male che l’ho fatto! Col suo modo di fare tranquillo e sicuro, i primi risultati positivi si sono evidenziati dopo le prime sedute convincendomi della bontà delle cure, della sua competenza e della sua  alta professionalità. Dopo due settimane di terapia e trattamenti vari (mi ha anche preparato su misura due tutori diversi per le dita e insegnato  esercizi da fare a casa) non ho più accusato alcun dolore. Le cure di  Erica, procedendo con dolcezza e gradualità, hanno riportato presto la mano al colore e alla temperatura naturali e si è via via sgonfiata.

Di ritorno in Germania, il mio medico ortopedico è rimasto stupito e ammirato dal lavoro eseguito, affermando che qui in Germania solo in certe cliniche specializzate nella chirurgia della mano (lontane da dove abito) avrei potuto usufruire di simili tecniche per  curarmi in quel modo.
Ovviamente, in così poco tempo, la mano non è ancora ristabilita completamente: a casa dovrò continuare a fare gli esercizi che Erica mi ha insegnato, ma ho già riacquistato la mobilità del braccio e del polso e con la mano riesco a fare quasi tutto. Sono fiduciosa che basteranno ancora poche settimane per la guarigione completa.
Grazie, Erica!

Ulrike


Fausto, riabilitazione post intervento per Morbo di Dupuytren

Fausto, riabilitazione post intervento per Morbo di Dupuytren

Un brutto giorno, a circa 35 anni, osservo con stupore un piccolo grumo calloso, apparentemente insignificante, che compare sul palmo della mano sinistra. Diagnosi del medico di base: morbo di Dupuytren. Niente cure, solo attenzione ad evitare lavori manuali impegnativi.
Passano gli anni e il grumo si evidenzia anche sulla mano destra. A 50 anni il morbo al palmo sinistro è ormai al terzo stadio e si impone l’intervento chirurgico. Mi rivolgo ad un reparto ortopedico, specializzato in chirurgia della mano. Ed incomincia la lunga e dolorosa lotta contro il morbo. Dopo l’ intervento non solo il mostro non scompare,ma si presenta aggressivo ed improvviso su entrambi i mignoli. E allora forza, opera ciascun mignolo e parte del palmo (due interventi). Risultato disastroso, con ritorno della flessione dei mignoli a 90 gradi. Altri due interventi (e siamo in tutto a cinque), ma in breve i mignoli si piegano irrigiditi a 90 gradi e il morbo si diffonde anche sul palmo in corrispondenza del mignolo.
A 63 anni, ritrovo con fatica il coraggio di peregrinare tra le varie strutture di chirurgia della mano. Chi mi guarda e dice che ormai bisogna amputare, chi è perplesso su un ulteriore intervento, incerti tutti su cosa fare.
Tra gli altri sono visitato dalla Dr.ssa Roberta Gilardi, che opera al San Gerardo di Monza, al reparto di chirurgia plastica. Sì, si può fare, ma propone un tipo di intervento di cui non avevo mai sentito parlare, che prevede un trapianto di pelle con successiva adeguata fisioterapia. Il giorno dopo, durante la settimanale gita in montagna, mi siedo su un sasso, lascio ai compagni la gioia della conquista della vetta, con una gran voglia di piangere. Sapevo bene a che sofferenze andavo incontro, ma ormai ero attirato dalla speranza di guarire. Tuttavia si frapponeva l’invisibile barriera del dubbio, finché ….bentrovata! Compulsando Google alla voce Dupuytren, leggo la testimonianza rassicurante di Giovanni che faceva riferimento proprio alla Dr.ssa Roberta Gilardi ed al Centro Fisiomano. Il dubbio si dissolve: confortato e sostenuto nella decisione da mia moglie e dall’allegra spensieratezza delle mie due bambine, il 9 agosto affronto la sala operatoria. Il 21 agosto alla prima medicazione la prima buona notizia: il trapianto di pelle è riuscito al 100 per 100.
Devo dire che all’interessato, cioè a me, il largo squarcio ricoperto di pelle non appariva così rassicurante, anche se il mignolo era ben disteso. Ma qui interviene la fisioterapista Cristina Fassina. Con i massaggi, la professionalità, la crema, tanti consigli, il simpatico sorriso, ed in aggiunta un antipatico, ma fatto su misura, tutore, cura, lenisce, trasforma la ferita in un normale aspetto della pelle, e riattiva la funzionalità della mano.
Ad oggi il mignolino è ben disteso e nessuno, se non guardando con l’occhio esperto di chi conosce il male, nota la differenza della mia mano da una mano normale.
Grazie, grazie, gli angeli esistono.

 

 


Renato, lesione tendini estensori di polso e dita

Renato, lesione tendini estensori di polso e dita

Salve a tutti, mi chiamo Renato e voglio raccontarvi cosa mi Ä— successo.
Un giorno di fine luglio dell'anno scorso sono uscito a fare una passeggiata in cerca di un po' di refrigerio e poco dopo aver salutato degli amici con i quali mi sono fermato a fare quattro chiacchiere sono stato brutalmente aggredito e derubato sul marciapiede, sbattendo la testa e subendo nove coltellate alla mano sinistra. Sotto shock sono stato trasportato all'ospedale e operato. L'intervento, a detta dei medici, era andato bene, ma dopo un periodo di immobilizzazione la mia mano non si muoveva più. Dopo un po' di tempo, tramite conoscenti, sono arrivato a Fisiomano e ho cominciato a far fisioterapia.
Con molto lavoro adesso la mia mano si muove e con il tempo sta migliorando sempre di più.
Un pensiero grande grande a Fisiomano.


Fortunato, frattura scomposta di quattro metacarpi

Fortunato, frattura scomposta di quattro metacarpi

Ciao, vi racconto la mia esperienza:

A Gennaio 2012,dopo una banale caduta ho subito la frattura scomposta dei quattro metacarpi dellamano dx.Sono stato operato al Policlinico San Donato di Milano e mi sono state ridotte le fratture mediante  fili di Kirschner.

Ho avuto la mano immobilizzata per cinquanta giorni e dopo la rimozione dei fili,gli stessi chirurghi mi hanno consigliato,  per la fisioterapia,  il centro Fisiomano di Milano. Qui ho conosciuto Cristina, Claudia e Giada.Io ero abbastanza preoccupato perché pensavo di non recuperare completamente la funzionalità della mano, ma Cristina, che è quella che alla fine mi ha seguito di più, mi ha subito tranquillizzato dicendomi che col tempo, il loro lavoro e la mia volontà sarei riuscito a recuperare. Io ce l’ho messa tutta svolgendo con costanza gli esercizi da fare a casa e già a tre mesi dall’ intervento, dopo una decina di sedute di fisioteratia, tra massaggi,  elettrostimolazioni ed  esercizi vari, senza mai soffrire il dolore, perché al contrario di quello che si pensa la fisioterapia non deve far male, avevo recuperato quasi tutta la funzionalità della mano. Devo dire che la mia esperienza con Fisiomano è stata molto positiva perché già dalle prime sedute  mi sono trovato a mio agio, in uno studio accogliente, con  delle ragazze molto professionali e simpatiche, dove riesci  a confrontarti anche con altri pazienti, e ascoltando varie esperienze ti rendi conto di quanto sia importante la fisioterapia fatta in modo giusto e con gente competente.

Devo ancora fare qualche altra seduta per il recupero completo, ma sono molto soddisfatto del risultato ottenuto e  ringrazio tantissimo Cristina, Claudia e Giada che con  il loro lavoro  mi hanno permesso di ritornare ad una vita normale.

P.S.: Un ringraziamento va anche ai chirurghi della “ Divisione di Chirurgia Plastica “ del Policlinico S. Donato che hanno effettuato l’ intervento.


Valerio, protesi di gomito

Valerio, protesi di gomito

Nel maggio 2011 per una banale caduta dalla bici, mentre ci salivo, mi si è fratturato il capitello radiale, sono stato operato al gomito sinistro per l’inserimento della protesi prevista e il “rifacimento” dei legamenti.La banalità dell’episodio unita alla conseguenza di un intervento chirurgico, alla fatica della riabilitazione successiva e alla previsione, fatta dall’ottimo chirurgo che mi aveva operato, di un possibile recupero solo parziale, mi avevano messo in una condizione di sconforto.La recente esperienza di un familiare aveva messo in chiara evidenza il beneficio di affidarsi, per la riabilitazione, ad un buon specialista e di non aspettare troppo per iniziarla, anzi di cominciarla appena possibile.Così il giorno dopo l’intervento chiesi chiarimenti al chirurgo, mi comunicò che subito dopo la rimozione della “doccia”, che dovevo tenere per 10 giorni, avrei potuto cominciare. Quando poi gli dissi se poteva suggerirmi un nome mi indicò Rose Luciano.Quel nome l’avevo appena visto sul sito di FisioMano che mi era capitato di vedere facendo qualche ricerca sull’imprevisto che avevo subito, fu così che cominciò l’esperienza con questa professionista.Con tanta pazienza Rose iniziò a lavorare prima affinché andasse via il gonfiore dovuto alla stagnazione del liquido accumulato durante l’immobilizzazione del braccio e successivamente per riportarlo ad un’estensione e flessione fisiologiche.Sono stati necessari quasi 20 incontri, tanta buona volontà per seguire le indicazioni di Rose quando ero a casa ed il supporto dei miei familiari che mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto affinché potessi avere la forza d’animo ed il tempo necessari per eseguire gli esercizi.Oggi a distanza di qualche mese sono molto soddisfatto del mio recupero.


Giovanni, riabilitazione post intervento per Morbo di Dupuytren

Giovanni, riabilitazione post intervento per Morbo di Dupuytren

Nell’Agosto 2011 sono stato operato all’ospedale S.Gerardo di Monza alla mano destra per morbo di Dupuytren che coinvolgeva anulare, mignolo e palmo. Avevo già subito due interventi alla stessa mano ed entrambe le volte ho avuto una recidiva, con le due dita che si erano chiuse a quasi 90°! Operazione molto lunga (due chirurghi per 2,5 ore) con anche trapianto di pelle sulle falangi delle due dita.
Alla dimissione dall’ospedale, la D.ssa Gilardi, che mi aveva operato, mi consigliava di iniziare subito la fisioterapia facendomi espressamente il nome del centro Fisiomano di Milano.
Al momento sono rimasto un po’ perplesso perché nelle precedenti operazioni, anche per la mano sinistra, non mi era mai stata prescritta la fisioterapia.
Ho preso appuntamento con Claudia che alla prima seduta mi ha consigliato un tutore da tenere di notte per circa 6 mesi per mantenere le dita distese. Poi ha iniziato a trattare la mia mano e mi ha gelato…dandomi un discreto recupero in 3 mesi e completo recupero in un anno! Sono andato a casa un po’ depresso e con gli esercizi da fare, ma con la sensazione di aver trovato persone molto competenti.
Dopo le prime 3 sedute i miglioramenti erano iniziati ma molto lenti, nonostante il mio impegno a casa.
Dopo 4 settimane dall’inizio della fisioterapia ho dovuto riportare a casa la mia bicicletta che avevo prestato e ho percorso circa 8 Km. La sera la mano ed il braccio mi facevano molto male e quella notte non sono riuscito a dormire per il dolore. Già in precedenza avevo notato dolore al braccio in caso di sforzi con la mano.
Ero talmente depresso che mia moglie ha chiamato Claudia per dirglielo ricevendone ampie assicurazioni ripetendoci ancora che ci voleva tempo.
Ho ripreso ancora con più lena gli esercizi a casa.
Oggi sono passati 3 mesi dall’inizio della terapia e sono stato dimesso!!
Quando apro la mano le dita sono tutte perfettamente aperte ed allineate, quando chiudo la mano a pugno tutte le dita si chiudono e stringo forte quasi come con l’altra mano.
Ringrazio immensamente Claudia, Giada e Cristina per quanto hanno fatto per me e spero che questa mia storia serva a convincere quanti sono dubbiosi sull’efficacia della fisioterapia!


Diego, intervento alla cuffia dei rotatori

Diego, intervento alla cuffia dei rotatori

Sono Diego, sono stato operato a metà ottobre 2009 alla cuffia dei rotatori della spalla dx, a ciò è seguito un percorso riabilitativo in una struttura specializzata nella quale a mio giudizio sono stato seguito con cura e professionalità. Però dopo circa 4 mesi di riabilitazione mi veniva riferito che tutto quello che si poteva fare era stato fatto e che non erano in grado di garantirmi ulteriori significativi miglioramenti date le condizioni in cui mi trovavo. Da qui il consiglio di rivolgermi ad un medico ortopedico per verificare la causa dell'evidente compenso scapolare già dopo i primi 50° di abd e flex ant e della funzionalità del sovraspinato sotto i 90°.
Non so esprimere la delusione, la frustrazione ed il senso di incertezza provato. Ero stato preciso e puntuale nell'eseguire ciò che mi veniva prescritto ed ero arrivato ad un risultato così deludente! “Succede, non tutti reagiscono alla stessa maniera” mi fu detto.
Il chirurgo che mi aveva operato aveva seguito le varie fasi della riabilitazione approvandone il metodo, sennonché alla terza visita  di controllo, visti gli scarsi risultati, se la prendeva apertamente con chi aveva effettuato la riabilitazione lasciandomi letteralmente interdetto. A questo punto mi viene prescritta una cura a base di cortisone che non mi sento di iniziare. Non mi resta che sentire il parere di qualche altro ortopedico… Prendo appuntamento con due, il primo mi propone un nuovo intervento per sbloccare la spalla (congelata), il secondo mi prescrive una risonanza magnetica in un centro specializzato. Sono confuso, troppi pareri discordanti, non mi sento tranquillo.
Una mia conoscente mi dà un numero di telefono e mi dice: vai dalla Federica, vedrai che lei ti rimette a posto. Le telefono, gentilissima mi dice che al momento non poteva ricevermi ma che appena possibile mi avrebbe chiamato.
Dopo circa un mese, e siamo già a marzo, mi fissa un appuntamento. Arrivo in ritardo e comunque mi riceve con un sorriso. Dopo i primi movimenti che cerca di farmi eseguire, mi dice di essere veramente dispiaciuta di avermi fatto aspettare tanto, visto le condizioni in cui stavo. Le mostro le fasi documentate del percorso fino a quel punto seguito. “Si può fare qualcosa, visto il tempo trascorso dall'intervento o devo farmi rioperare?”  “Penso che possiamo farcela” mi dice Federica “ad ogni modo facciamo due - tre sedute e vediamo”.
Già avere una piccola possibilità mi aveva sollevato il morale, ne avevo bisogno.
Alla terza seduta mi fa: “Se riesco ad evitarti l'intervento cosa mi dici?” “Ti dedico una pizza” ( è il mio mestiere ) rispondo. E così tra un lascia-lascia, molla-molla-molla, fantastico, è cominciato un progressivo recupero. A giugno Federica mi consente di riprendere il lavoro (ma con cautela). Posso così assolvere la promessa fatta e le dedico una pizza ( Federica naturalmente ), che lei dimostra di apprezzare.
Da luglio ho ripreso a lavorare a pieno ritmo. Cosa posso dire, anche se il momento non era proprio quello giusto, la persona sì che è quella giusta! Ciao Federica.

 

Cerca il centro più vicino a te